COS' E' IL PIACERE DELLA DONNA?
Quando le donne hanno cambiato idea sulla sessualità, si sono svincolate dall' obbligo della riproduzione, hanno scelto di non avere figli e di fare contraccezione, quando si è cominciato a parlare di piacere femminile, tante donne si sono unite insieme per parlare della loro sessualità. C' era allora una idea forte quella di scoprirsi da sole e di intraprendere una guerra tra i sessi che portasse ad uno scontro culturale. Il pene diventava un nemico dimenticato, non si trattava solo di sottrarsi o di accettare la sessualità, ma c' era un fervore di idee e di parole per una cultura nuova. Parole chiave come mestruazioni, contraccezione, orgasmo clitorideo, preliminari, giochi sessuali, diventavano i nuovi punti di riferimento della sessualità femminile. E' in questo clima che nasceva la consultazione sessuologica, nello spazio dei consultori, nei collettivi, un ascolto percorso dall' ideologia, ma importante per provare a leggere la sessualità con delle attenzioni diverse. Negli ultimi anni le donne sono tornate dentro un processo confuso di solitudine e di competizione: competizione tra donne per la conquista di un maschio da amare e con cui fare un progetto, competizione tra donne nel sogno di essere belle e desiderabili in ogni età e spaventate dal non saper raggiungere la qualità desiderata del piacere sessuale. Parlare tra donne, parlare con professionisti, porre domande che sperano in una spiegazione sulla propria difficoltà sessuale o impossibilità sessuale, raccontare la lentezza dell' eccitazione e lo stacco improvviso dalle emozioni durante l' atto sessuale, parlare della fatica di raggiungere la lubrificazione e di realizzare l' atto sessuale, di saper partecipare e raggiungere il piacere, di questo le donne parlano nella consultazione. Una donna che consulta individualmente, cerca di raccontarsi con le emozioni e il disagio, le donne hanno molto piacere nel raccontare e a poco a poco, si presenta il percorso della sessualità in cui restano come problemi più grandi la paura di non essere una vera donna, la sfortuna di non aver saputo scegliere il partner, la rabbia per il comportamento degli uomini, la paura della violenza e dell' essere sfruttate e l' atteggiamento di chi accetta tutto per una regola del vantaggio o fa prestazioni per ottenere tregua e potere. Si possono fare prestazioni anche nel matrimonio religioso quando non si comunica con il nostro corpo alla persona amata, non si parla con la comunicazione corporea, ma si fanno prestazioni sessuali, per fare contento l' altro. La donna che si incontra nella consultazione è sospesa tra sentimenti antichi e atteggiamenti moderni, spesso ha ancora dentro di sé il modello dell' uomo forte e teme e desidera l' uomo debole, non possiede se non raramente il proprio corpo genitale, il piacere della fertilità come risorsa e della vagina come spazio dell' incontro, non sa ancora se riuscirà nell' incontro sessuale a lasciare la timidezza di un corpo mostrato per stare all' interno del suo corpo pelle, delle mucose e assaporare il piacere che il corpo è capace di dare. Gestisce male anche il proprio rifiuto consapevole inconsapevole della maternità, oscilla tra donna e bambina, ancora confonde i canali privilegiati della sua identità: il pensiero femminile, il corpo e il sesso femminile, i simboli della sterilità e della procreazione, il bisogno di potere e il desiderio di sottomissione. IL CORPO ETICO Questo corpo femminile che ama il buio o la penombra, la mano del maschio a cui viene dato il potere di sentire i difetti della pelle e il velo che il tempo segna sulla muscolatura. Questo corpo dell' esibizione così stanco di sé stesso, all' affannosa ricerca di un equilibrio difficile tra bisogno di sicurezza e ansia di controllo. Questo corpo sfinito dalle diete, percorso dall' ansia dell' estetica, questo sguardo femminile critico che si mette in gioco. Tutto ciò allontana dal corpo etico inteso come corpo che segna l' essere una persona, un corpo che è buono sopra e sotto la cintura, che si mostra nel suo rappresentare la donna che lo porta e che è il corpo del baciare, del carezzare, del piacere che si cerca per se stessi e per quello che si incontra nella sessualità. Perché il piacere è prima che un diritto un dovere, una ricerca di consenso alla propria sensazione di pienezza e di attaccamento a questo corpo che segna il nostro passaggio nel mondo e attraverso spazi aspri e pungenti permette di desiderare un sogno di riunione antico che mostra il bisogno segreto che ognuno di noi porta con sé. ' NON PROVO NIENTE' Sono qui, nel silenzio del mio corpo le sensazioni quasi un' eco lontana, sono come un corpo addormentato che non riesce a svegliarsi. Le Belle Addormentate aspettano il bacio del cavaliere che le porterà alla vita e non sanno che la loro indifferenza, il loro dormire, più che un atto di resa è spesso un atto ostile, un desiderio di frustrare l' altro. Non sento nulla è anche il grido di chi avverte la paura e il dolore del silenzio del corpo. Ci sono tanti No che vanno gridati, prima che si possa dire Sì alle sensazioni che arrivano e che ci prendono. Non si provano sensazioni ed emozioni per l' ostilità che si prova dentro e/o per paura, per il bisogno di stare fuori da ciò che ricordiamo più come dolore che come piacere. Non si sente nulla per restare fuori dal mito doloroso della fusione, dell' essere completamente raccolti e capiti e dal rischio disgregativo della successiva perdita. Si lavora sull' autostima, sul riconoscersi una funzione autonoma di maternage e di protezione. Il Super Io dispotico che rimprovera e minaccia la disgregazione e il Grillo parlante interiore che con la voce continua della saggezza pedagogica impedisce di stare all' interno dei piaceri e delle emozioni, viene a poco a poco placato attraverso un rinforzo dei comportamenti di autotutela. Si guarda poi al corpo, alla sua capacità di essere nelle emozioni, nel respiro, nel movimento del bacino e della colonna vertebrale; si prendono in esame i rimproveri e le fughe-aggressioni nelle quali non si è mostrato competenza nella storia passata. E' un cammino più lungo di altri perché richiede un' uscita dalla paura del futuro e di essere compromesse nella relazione con l' altro che spesso è legato a tutta la storia della persona e non solo alla sessualità. ROBERTA GIOMMI e MARCELLO PERROTTA Istituto Internazionale di Sessuologia Firenze - di ROBERTA GIOMMI e MARCELLO PERROTTA
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